venerdì 28 dicembre 2012

Pochi ma buoni (Compiti per le vacanze)

per la I CES

- loggatevi (iscrivetevi) su www.dipity.com
- accedete alla pagina del sito http://www.dipity.com/piersy/liceo-delle-scienze-umane-ancona/ 
- inserite "3 event" a testa

vi ricordo che, per alcuni di voi che ancora hanno il voto a metà, questo lavoro sarà determinante per il raggiungere il 5, il 6 o il 7.
naturalmente, l'invito a partecipare è rivolto anche a tutte le studentesse di buona volontà della I ESU!
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per la IESU

- tre versioni di latino brevi (V185, V186, V187 a pagina 463. Della prima c'è anche da fare un bel riassunto in latino)

- per la Casa di Asterione fate così: scaricate sul netbook o stampatevi il seguente file, poi rispondete per iscritto a tutte le domande di "analisi e comprensione" (quelle di "produzione" non sono necessarie).
Se volete, potete inserire il vostro lavoro come commento a questo sulla "Città delle frottole Q1" o sulla pagina facebook della "Città"

                                                                                                                    buone vacanze

mercoledì 5 dicembre 2012

complementi



soggetto nominativo
predicativo del soggetto nominativo
oggetto accusativo
predicativo dell'oggetto accusativo
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specificazione genitivo
partitivo genitivo, inter+acc., ex+abl
età: numerale+gen. Es. ho quattro anni= sum IIII annorum (sono di quattro anni)
qualità:  genitivo
termine dativo
fine, scopo dativo, ad/in + acc.
vantaggio dativo
agente a/ab + ablativo (str)
causa efficiente ablativo (str)
causa ablativo (str)
altre cause ob/propter + acc., prae+ablativo
mezzo ablativo (str), per + acc.
modo (cum+) ablativo (str)
compagnia, rapporto, unione (cum+) ablativo
separazione, limitazione ablativo
qualità: ablativo (abl.)
paragone (secondo termine di): ablativo (abl.)
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stato in luogo in+ablativo
moto da luogo a/ab, e/ex + ablativo
moto a luogo in, ad + accusativo
moto per luogo per + accusativo







sabato 17 novembre 2012

Esercitazione di latino

Mi ero sbagliato, non ho la prima versione di latino della prima dello scorso anno, però ho il compito di latino delle attuali terze. ero stato cattivo e avevo dato una versione dall'italiano e una dal latino.
Potete allenarvi traducendo la prima. La seconda versione impiega le stesse parole della prima, quindi, se la farete per seconda, non avrete bisogno del vocabolarietto.



1. Gli abitanti dell’Italia sono soprattutto (praecipue) agricoltori e marinai. L’agricoltura (agricultura,-ae) è fu e sarà cara alla nostra penisola. La vita rustica non offre (trad. praebet) piaceri, ma è maestra di parsimonia, diligenza e saggezza. È antica (antiqua,-ae) la storia dell’Italia, la nostra cara patria. In essa (In illa) ci furono molte e famose (clarae,-ae) colonie greche tanto che (ut) chiamavano (appellare) l’Italia la “Magna Grecia” (Magna,-ae  Graecia,-ae)

2. Italiae orae, preacipue Siciliae et Sardiniae insularum, amoeneae sunt. Magnae sunt divitiae nostrae paeninsulae: terra uvarum, olearum castanearumque, rosarum violarumque plena est. Multae in illa sunt aquae et clarae sunt silvarum umbrae, ubi non sunt insidiae minaeque ferarum. Poetarum, litterarumque Romae atque Italiae fama mira est. Italiam nostram patriam, puellae, semper amate!

giovedì 25 ottobre 2012

Verifica di latino - Prova

Per la verifica di domani ci sarà una cosa come questa, per chi punta a voti superiori al sette, ci saranno alcune frasi in latino da tradurre senza paura. GRAMMAtica_LOGIZO

mercoledì 17 ottobre 2012

Mesopotamia 3 - Codice delle leggi di Hammurabi


Analisi della  IEsu 2013

Leggi 1-10  [diritto penale]
Prime leggi riguardano reati puniti con la pena capitale. Nella seconda appare l'ordalia del fiume, nelle leggi 
no. 4, 5, 8, 9, 10 appare il principio del guidrigildo (risarcimento).
Il reato più grave è al calunnia (n.1), punita spesso con la morte. Le accuse, nel Regno di Hammurabi,  devono essere provate, altrimenti il giudizio finale può essere espresso dall'ordalia (il cui esito non necessariamente coincide con la verità).

Leggi 11-28 [diritto penale]
Nove sentenze si risolvono con la pena di morte, spesso attraverso un contrappasso. Otto sono risolte con un guidrigildo. Sono particolarmente interessanti le sentenze:
- n.14 pena di morte per il rapimento di un figlio minorenne (?)
- n.24 rapimenti di persone: la responsabilità ricade sulla comunità del rapitore. il valore del risarcimento è  1 mina di AG (ca. un anno di lavoro)
C'è un evidente contrappasso nelle sentenze.
- n.21  Chi apre un buco nel muro di una casa (per rubare) viene sepolto vivo davanti al buco.
- n.25  Sia gettato nel fuoco chi si impossessa della proprietà di un altro cittadino andata a fuoco.

Leggi 29-43 [diritto penale e di famiglia]
La n.32 parla del riscatto dei soldati, tutelati dalla corona. Le norme più interessanti (42-43) puniscono i fattori che non ottengono dal loro lavoro sufficiente prodotto. Se viene provata la loro negligenza, devono pagare al proprietario del campo una multa corrispondente al prodotto dei campi vicini e arare e riseminare il campo prima di essere licenziato.


Leggi 44-57 [diritto civile]
Si occupano dei rapporti tra fittavoli e proprietari. Interessanti le norme no. 45, 47, 48, 52.
Se il maltempo rovina il prodotto ormai raccolto, il danno ricade sul coltivatore, che deve corrispondere il prezzo dell'affitto per intero. Se, invece, il raccolto è scarso per mancanza o eccesso d'acqua, la tavoletta con il debito del fittavolo deve essere "lavata nel fiume"

Leggi 57-105 [diritto civile e commerciale]

Si occupano dei rapporti tra fittavoli e proprietari. Interessanti le norme no.102-103 che riguardano il lavoro dei "mediatori finanziari". Nel caso costoro perdessero il capitale per affari sfortunati sono tenuti a risarcire il loro cliente. Nel caso in cui la perdita sia dovuta a una rapina, il mediatore è prosciolto, a patto che giuri di aver detto la verità.

Leggi 106-118 [diritto da taverna]
108 se una taverniera truffa io clienti con il
110 se "una sorella di Dio" apre una taverna o  entra in una taverna per bere sia arsa viva
118  se una taverniera non denuncia i cospiratori che organizzano una congiura nel suo locale, rischia la condanna a morte


Leggi da 171-179 [diritto familiare]
Le sentenze più interessanti sono la numero 175 e la numero 177.
La prima garantisce la libertà dei figli nati dal matrimonio di uno schiavo liberato e la figlia di un uomo libero.
La seconda riguarda il diritto di una vedova a stringere un secondo matrimonio. Prima della stipulazione del patto nuziale, la proposta deve essere portata a conoscenza di un giudice.


Leggi da 180-195 [diritto familiare e penale]
Le leggi n. 180,181,182,183,184,185,186,187,189,190 riguardano il diritto familiare. Le leggi n. 182,183,184,185 riguardano il diritto penale (ma sempre casi di liti in famiglia) e comportano l'applicazione del contrappasso.
Le leggi più interessanti sono:
 -192 Qualora il figlio di una cortigiana o di una prostituta dica a suo padre o madre adottivi: "Tu non sei mio padre o mia madre, gli sia tagliata la lingua. 
-193 Qualora il figlio di una cortigiana o di una prostituta desideri la casa di suo padre,ed abbandoni la casa dei suoi genitori adottivi,allora gli sia cavato un occhio.
 -195 Qualora un figlio colpisca suo padre, gli siano troncate le mani

Leggi 235-252 [diritto commerciale]
 Undici sentenze si risolvono con un guidrigildo. Sono particolarmente interessanti le sentenze 241 e 252 nelle quali si può vedere come i buoi e gli schiavi abbiano lo stesso ruolo sociale 
- n.241:”qualora uno marchi un bue per lavoro forzato, pagherà un terzo di mina in denaro”
- n. 252:”qualora uccida lo schiavo di un uomo, pagherà un terzo di mina in denaro” . 
- n.244 “qualora uno prenda in affitto un bue o un asino, ed un leone lo uccida nel campo, la perdita incombe sul proprietario” 
- n.249 “qualora uno prenda in affitto un bue, e Dio lo colpisca a morte, l’uomo che l’ha affittato giurerà per Dio e sarà considerato incolpevole”. 





Codice delle leggi di Hammurabi

martedì 11 settembre 2012

Benvenuti al Rinaldini


Good Morning 2ASUA!!!
(e 1CES e 1ESU)


Ci auguriamo che abbiate trascorso delle vacanze rilassanti e che siate freschi, riposati e pronti per iniziare l'anno scolastico 2011-2012. Durante l'estate il Team della Città delle Frottole ha lavorato sodo per preparare un ricco programma per il nuovo anno scolastico. Mentre provate le vostra arrugginite facoltà prestate l'orecchio ai consigli che nonna Maria dava ai professori circa cento anni fa che poi ne discutammo insieme. Chissà che  non possano ancora tornare utili allo sviluppo didattico e professionale vostro e della vostra classe. Andiamo al minuto 12'30" 







(Se la LIM non funzionerà, sperate che il vostro prof. non si sia dimenticato la chiavetta)





mercoledì 20 giugno 2012

Programma di recupero IB

Questo è il programma corretto per gli studenti che, a luglio, faranno l'esame per il recupero del debito in Italiano. Studiate l'Epica, insomma. Con ogni probabilità lo scritto di Italiano riguarderà l'Eneide e l'orale consisterà in un colloquio sugli argomenti del tema.IB


martedì 5 giugno 2012

Frankenstein


Creato da Mary Shelley (1818) e reso celebre dalle interpretazioni cinematografiche a partire da quella di Boris Karloff,  Il mostro di Frankenstein (o la Creatura; spesso erroneamente chiamato Frankestein, che è invece il nome del suo creatore) . Già dal secondo film di James Whale, La moglie di Frankenstein (Bride of Frankenstein, 1935), la creatura venne chiamata semplicemente col cognome del suo creatore, da qui la confusione tra creatura e inventore.
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Presso il Lago di Ginevra, nell'estate piovosa del 1816, P.B. Shelley, la sua futura moglie Mary Godwin, Lord Byron e il suo segretario John Polidori discutevano e leggevano racconti gotici. Nacque un gioco per ingannare il tempo: ognuno doveva scrivere il racconto più terrificante che riesca a concepire. P. B. Shelley e Byron presto abbandonarono l’impresa. Polidori scrisse Il vampiro (The Vampyre, lungamente e erroneamente attribuito a Byron), mentre Mary, inizialmente in difficoltà, trovò finalmente in un sogno l’ispirazione per scrivere il suo capolavoro Frankenstein: Mary sognò infatti la "nascita" della Creatura. Mary Shelley rivedrà la storia per pubblicare il romanzo Frankenstein, o il moderno Prometeo .

Nell'immaginario collettivo la creatura è ricordata per il suo aspetto caratteristico (faccia squadrata, bulloni che sporgono dal collo, cicatrice lungo la fronte, e altro). Tali caratteristiche provengono non dal romanzo originale, bensì dal film Frankenstein del 1931 di James Whale.
Di seguito ecco una lista degli attori che hanno impersonato la creatura nei principali film sul mostro creato da Mary Shelley:
Charles Ogle fu il primissimo Frankenstein al cinema in Frankenstein - film del 1910, ma il più famoso interprete fu Boris Karloff in Frankenstein, del 1931, La moglie di Frankenstein (1935), Il figlio di Frankenstein (1939). Troviamo anche Bela Lugosi in Frankenstein contro l'uomo lupo (1943),
il solito Christopher Lee in La maschera di Frankenstein (1957), il povero bistrattato David Prowse in Gli orrori di Frankenstein (1970), Robert De Niro in Frankenstein di Mary Shelley (1994) e l'indimenticabile Peter Boyle in Frankenstein junior (1974)

la storia è questa:

Il mostro "creato" dal dottor Victor Frankenstein, mettendo assieme pezzi di cadaveri da lui stesso notte tempo trafugati al cimitero ha una forza sovraumana, ma è una creatura informe, poco loquace e con il terrore del fuoco. Una notte il mostro fugge  al suo creatore; la sua prima vittima è proprio il fratellino di questi: William, ma del delitto viene incolpata e portata a morte per impiccagione la giovane Justine Moritz La creatura  che, nel frattempo ha imparato a parlare in francese, confessa l'omicidio a Victor e chiede che questi gli "crei" una compagna. In un primo momento Victor acconsente, ma poi la distrugge prima di darle vita. Victor fugge in Irlanda accusato dell'omicidio di Clerval (in realtà seconda vittima del mostro), per tornare in seguito in Svizzera e sposare Elizabeth, che diventerà la terza vittima della creatura. Per farla finita con il mostro, Victor Frankenstein decide di affrontare un viaggio al Polo Nord e qui sbarazzarsi definitivamente di lui. Ma fallisce. Il romanzo si conclude con il mostro che, pentito dei suoi delitti, invoca la morte come panacea del suo dolore.




Guardate le scene
http://www.youtube.com/watch?v=uDkpJPNhrF4&feature=related
ai minuti  7 e 23
http://youtu.be/8H3dFh6GA-A?t=1m13s

giovedì 3 maggio 2012

Andate all'Inferno 2012




da www.saint-seiya.it, sito di voraci appassionati di mitologia greca, moolto più scrupolosi del maestro Masami di cui, come me, tuttavia, sono grandi estimatori. Complimenti dalla Città delle frottole per l'equilibrio raggiunto tra profondità e linguaggio divulgativo!

Non esiste un'unica versione sulla struttura dell'Ade: questa cambia in base all'autore e all'epoca storica. A partire da Omero, i vari poeti hanno inserito nuovi particolari, anche in contraddizione: ad esempio, nell'Odissea tutti i morti subiscono la stessa sorte, mentre nell'Eneide c'è la distinzione tra Tartaro (il nostro Inferno) ed Elisio (il nostro Paradiso). 

LA NASCITA DELL'ADE
L'Ade (Regno dei Morti, Inferi, Oltretomba, Averno, Orco, Erebo o Tartaro) è un luogo tenebroso situato all'interno della terra, temuto persino dai futuri Dei olimpi. 
Secondo la Teogonia di Esiodo, primissimo tra tutti nacque il Caos, poi la Terra (Gea). Dopo di lei apparvero Tartaro (luogo di punizione delle anime malvagie) ed Eros (l'amore). Da Caos nacquero Erebo e la nera Notte. 


ENTRATA 
Tutti i morti, fossero stati in vita buoni o malvagi, giungono nell'Ade attraverso una qualsiasi voragine aperta nel terreno. Quindi, l'Ade comunica con l'esterno tramite tutti quei luoghi della superficie terrestre che amanano vapori sulfurei, ribollono di lava o si spalancano in tetre voragini. 
In rari casi, anche i vivi possono accedere al Regno dei Morti, la cui entrata varia a seconda delle leggende e tradizioni. Ad aver visitato da vivi il regno dei morti sono Ulisse, Enea, Ercole, Orfeo, Teseo, Pirotoo. 
L'entrata può essere situata:
- nella più remota parte occidentale, dove non giungevano i raggi del sole.
- in Sicilia, sul monte Etna.
- il Capo Tenaro, all’estremità del Peloponneso.
- caverne di Colono vicino ad Atene.

- nella costa ionica della Grecia, nella baia di Ammoudia. Ora il luogo è cambiato per opera dell'uomo, ma un tempo, vicino alla palude Acherusia, c'era l'Oracolo dei Morti (Necromànteion). L'oracolo rimase in attività fino alla conquista romana, nel 176 a.C. Secondo gli antichi, la regione circostante, che si allunga tra il golfo, la riva destra dell'Acheronte e le montagne, era popolata dai leggendari Cimmeri, foschi abitanti delle tenebre, usi a vivere sottoterra senza mai uscire alla luce del giorno. 
- presso Cuma, in Campania, nelle vicinanze del lago Averno, formato dal cratere di un vulcano profondo, circondato da rupi e pieno di esalazioni mefitiche. Secondo l'etimologia, Averno vuol dire "senza uccelli" ed effettivamente gli uccelli non vi potevano vivere a causa delle esalazioni. 
I greci che da tempo popolavano le colonie campane non si rassegnarono ad accettare, come dimora dei morti, una terra d'origine ormai troppo lontana (la baia di Ammoudia) e provvidero per tempo a trasferire la sede dell'oltretomba in un luogo più accessibile, scegliendo i Campi Flegrei. Qui una moltitudine di crateri, la natura selvaggia, il suolo ancora ribollente, la tetra immobilità delle acque raccolte nei vulcani spenti, fornirono gli elementi di una facile identificazione. Anche questa, quindi, potrebbe, essere la terra del leggendario popolo dei Cimmeri. 
Per secoli, i Greci prima, e i Romani poi, venerarono la sacralità del luogo. Ma i Quiriti badavano al sodo e in epoca augustea, quando si rese necessario un efficiente arsenale vicino a Pozzuoli, Agrippa non si lasciò intimidire dagli Dei Inferi e scelse il lago come sede di un cantiere navale. Fu allora che Virgilio vide il sito e, suggestionato forse dall'atmosfera misteriosa della ciclopica galleria, lo descrisse nel VI libro dell'Eneide narrando il viaggio oltremondano dell' eroe. Il lago senza vita fu così immortalato nella grande poesia epica proprio nel momento in cui le devastazioni delle guerre civili e l'irreligiosità crescente gli avevano ormai violato ogni carattere arcano e sacrale. 
"C'era una grotta profonda e immensa per la sua vasta apertura, rocciosa, protetta da un nero lago e dalle tenebre dei boschi, sulla quale nessun volatile impunemente poteva dirigere il proprio volo con le ali, tali erano le esalazioni che, effondendosi dalla nera apertura, si levavano alla volta del cielo." 

 

I CORSI D'ACQUA 
Un tempo si pensava che tutti i fiumi della terra confluissero sottoterra nel baratro immenso del Tartaro, per poi defluire e assumere aspetto diverso a seconda della natura del terreno. Alcuni fiumi sotterranei, prima di riversarsi nelle profondità del Tartaro, percorrono numerose gallerie; altri ancora circondano la terra con uno o più giri a spirale, come dei serpenti, fino a scendere al centro della terra (non oltre perchè altrimenti ci sarebbe una salita verso l'emisfero opposto). 
Quindi, è cosa certa è che in Ade sono presenti diversi corsi d'acqua, anche se la loro disposizione viene riportata diversamente a seconda delle fonti. Alcuni corsi d'acqua, che possono essere fiumi o paludi, scorrono lenti e minacciosi, altri avere correnti violente o infuocate. I principali sono: 
Acheronte, il fiume del dolore o dei guai: nominato per la prima volta nell'Odissea, spesso è descritto come il fiume principale, che circonda l'Ade ed è situato subito dopo l'ingresso. La sua riva è sempre colma della infinita torma dei morti, in attesa di Caronte, il traghettatore. 
Questi è un vecchio di orribile squallore, ma dagli occhi fiammeggianti come brace e dalle membra ancor piene di vigore. Per traghettare le anime dei morti sull’altra riva, si serve di una grossa barca, vecchia e malandata. Trasporta solo i morti che possono pagarlo con l'obolo, un'antica moneta greca che i parenti pongono in bocca prima degli onori funebri (secondo Virgilio, trasporta solo quelli che sono stati sepolti); gli altri devono aspettare 100 anni (secondo alcuni, per l'eternità), in una lunga attesa che è per loro causa di indicibile tormento anche se sanno che, al di là del fiume, li attende una pena terribile ed eterna. 
- (Piri)Flegetonte, fiume del fuoco: circonda il Tartaro (che secondo alcuni è una sezione dell'Ade) e ogni tanto lo rischiara con le sue vampe di fuoco. Secondo Omero, si unisce al Cocito nel formare l'Acheronte. Secondo Platone, si riversa in una grande pianura arsa da fuoco violento e forma una palude più grande del mare, tutta ribollente d'acqua e di fango; da qui scorre circolarmente, torbido e fangoso e, sempre sotto terra, volge a spirale il suo corso fino a giungere alle estreme rive della palude acherusiade, ma senza mescolare le sue acque; dopo molti altri giri sotterranei, si getta in un punto del Tartaro che è più in basso. Il Piriflegetonte riversa sulla terra torrenti di lava dovunque trovi uno sbocco. I mitografi e i poeti immaginarono che vi si punissero i violenti. 
Stige, fiume dell'odio: esistono più versioni di questo fiume che, secondo alcuni, è invece una squallida palude. Secondo Platone, Stigia sarebbe il fiume, caratterizzato da un colore blu cupo, mentre Stige sarebbe il nome dato alla palude che forma. 
Stige è considerata essa stessa terribile divinità (un'Oceanina figlia della Titanide Teti, oppure figlia della Notte e di Erebo). 

Secondo Omero ed Esiodo, la sua acqua ha proprietà magiche e proprio in questo fiume la Nereide Teti avrebbe immerso il figlio Achille per renderlo invulnerabile; e sull'acqua di Stige giurano gli dei, che subiscono castighi terribili se non rispettano il giuramento (per un anno il dio giace senza respiro, avvolto nel torpore e non può avvicinarsi al nettare e all'ambrosia; poi per nove anni non può avvicinarsi agli altri dei). Gli effetti dello spergiuro sono in un branodella Teogonia di Esiodo, che offre altri particolari sulla natura di quest'acqua fatale: essa rappresenta un braccio dell'Oceano, equivalente a un decimo del fiume iniziale, e forma con gli altri nove le nove spire con cui il fiume circonda il disco della terra. Questa cifra delle nove spire si ritrova nella descrizione virgiliana dello Stige infernale, il quale circonda con i suoi meandri il regno degli Inferi. Nell'Odissea lo Stige è più chiaramente definito come fiume; poi, nella tradizione posteriore, la figura della divinità tende a scomparire e prevale un'antichissima tradizione che fa derivare dallo Stige fiumi terrestri, o addirittura l'identifica in corsi d'acqua o paludi, presso le quali sarebbe stato l'ingresso dell'oltretomba. 
Cocito, fiume dei lamenti o del pianto: menzionato già da Omero come affluente dell'Acheronte e ramo dello Stige. In esso sono immersi, secondo la descrizione di Platone nel Fedone, gli omicidi. Il Cocito acquista una corrente violenta a partire dalla palude Stige, si inabissa e scorre a spirale, in senso contrario al Periflegetonte, fino a toccare, dalla parte opposta, le sponde della palude acherusiade; ma nemmeno questo fiume vi mescola le sue correnti e, dopo aver compiuto un largo giro, si getta nel Tartaro dalla parte opposta al Periflegetonte. 
Secondo Virgilio, è una palude stagnante di fango nero e canne deformi. Nell'Inferno dantesco, così come in Saint Seiya, il Cocito è la confluenza di tutti i fiumi infernali ed è ghiacciato nell'ultimo girone dei traditori. 
Palude acherusiade: citata da Omero e Platone, è la palude principale situata all'ingresso dell'Ade. E' formata dalla acque dell'Acheronte, del Flegentonte e del Cocito. Secondo Platone, qui si raccolgono le anime di coloro che hanno condotto una vita mediocre. 
Lete, fiume dell’oblio: non nominato da Omero, secondo Virgilio è il fiume che attraversa l'Elisio; chi beve o si immerge nella sua acqua, perde la memoria della sua vita passata e può quindi reincarnarsi in un altro corpo. 
In un'altra versione, non c'è il Lete, ma due cipressi bianchi dove sgorgano due fontane: quella dell’Oblio e quella della Memoria. Le acque della prima cancellano il ricordo della vita passata, quelle della seconda rinnovano la memoria delle cose amate. 

LA SORTE DELLE ANIME SECONDO OMERO 

In Omero non c'è ancora una distinzione tra i buoni e i malvagi. Salvo eccezioni, tutte le anime subiscono la stessa sorte: non appena muoiono, raggiungono l'Ade, dove vivranno per sempre sotto forma di ombre incorporee, che hanno le sembianze dei loro corpi. Risiedono probabilmente tutte nel Prato degli Asfodeli, luogo monotono, senza dolori, ma anche senza gioie, senza un futuro e senza la luce del sole. Lo stesso Achille si lamenta per la sua sorte: 
Odissea, Libro XI: 
"[Ulisse] "Ma, o forte Achille, uomo più beato di te non ci fu, ne mai ci sarà. Da vivo, come un dio, ti onoravamo ed ora tu regni sopra i defunti. Come puoi lamentarti di essere morto?" "Non consolarmi della morte" ad Ulisse replicava Achille. "Preferirei piuttosto fare il servo d'un bifolco che campasse giorno per giorno di uno scarso e misero cibo, piuttosto che essere sovrano nel regno dei defunti." 
Le anime dei pochi che hanno osato offendere gli dei risiedono insieme agli altri, ma sono costretti a partire in eterno delle pene "personalizzate": ad esempio Tizio, colpevole per aver violentato Latona, sposa di Zeus, è circondato da due avvoltoi che gli rodono il fegato. 


SECONDO VIRGILIO NELL'ENEIDE 
Orfeo ha suonato la lira per ammansire Caronte e gli altri spiriti infernali che altrimenti lo avrebbero sbranato. 
Per questa ragione, Enea ha bisogno di una guida, non tanto per entrare in Ade, che è cosa facile, ma per uscirne illeso. Si rivolge quindi alla Sibilla Cumana, che gli ordina di sacrificare pecore nere e gli indica dove procurarsi un ramo d'oro da donare a Proserpina (nei pressi del lago Averno). 
Una volta effettuato il sacrificio, si apre il terreno e compare il passaggio che condice all'Ade. 
- Nel vestibolo infernale si trovano: la personificazione dei mali dell'uomo (il Lutto, gli Affanni, le Malattie, la Vecchiaia, la Paura, la Fame, la Miseria, la Morte, il Dolore, il Sonno, i Piaceri, la Guerra, le Eumenidi, la Discordia), un olmo ombroso sotto le cui foglie sono attaccati i Sogni fallaci, e numerosi mostri (i Centauri, le Scille, Briareo, l'idra di Lerna, la Chimera, le Gorgoni, le Arpie e Gerione). In realtà, si tratta solo di ombre senza corpo quindi non sono pericolose. 
- Dopo, c'è il fiume Acheronte; qui un gorgo torbido di fango ribolle in una vasta voragine ed erutta tutta la sua melma nel CocitoCaronte traghetta le anime dall'altra parte (attraversando sia l'Acheronte che lo Stige), ma solo quelle che hanno avuto sepoltura. Le altre devono vagare per 100 anni in quella boscaglia acquitrinosa. Caronte si rifiuta di trasportare persone vive, soprattutto se armate, ma fa un'eccezione quando Enea gli mostra il ramo d'oro. 
- All'ingresso di trova Cerbero, che viene fatto addormentare con delle focacce soporifere. Viene anche citato Minosse che fa da giudice, ma non è specificata la sua sede. E' da precisare che le anime sono incorporee e che, a differenza di Omero, sono tutte pienamente coscienti e, riconoscendo Enea, si comportano come avrebbero fatto in vita (Didone piange e non gli rivolge la parola, i Troiani lo avvicinano, i Greci hanno timore...). 
- Vicino all'entrata c'è una specie di antinferno, nel quale sono radunate le anime dei morti anzitempo: i bambini e i condannati a morte per un'ingiusta accusa. Lì vicino ci sono le anime dei suicidi, circondati dallo Stige. 
- Nei Campi del Pianto, formati da una selva di mirti, si celano coloro che sono stati consumati da un amore crudele (in genere, tutti coloro che si sono suicidati per amore, compresa Didone). Anche dopo la morte, sono tormentati dai loro affanni. 
- Quasi alla fine dei Campi del Pianto, risiedono coloro che sono morti in guerra. L'apparenza delle loro anime riporta ancora le ferite di battaglia. 
- Dopo i campi, c'è un bivio: la destra tende verso la reggia di Dite ed è la via che porta verso l'Eliso; invece la sinistra tiene vive le pene dei malvagi e conduce all'empio Tartaro. 
- Il Tartaro

"Sotto una rupe a sinistra vede vaste mura circondate da un triplice baluardo che il Tartareo Flegetonte, fiume dalla rapida corrente, lambisce con fiamme roventi e travolge risuonanti macigni. Di fronte si trova una porta enorme e colonne di solido acciaio, che nessuna forza di uomini né gli stessi dèi abitatori del cielo potrebbero distruggere con la guerra; s'eleva ferrea la torre nell'aria e Tisifone sedendo, avvolta in una veste insanguinata, di notte e di giorno è l'insonne custode del vestibolo. Qui si odono gemiti e risuonano crudeli percosse, poi uno stridore di ferro e catene trascinate. 
[...] Radamanto di Cnosso governa questi regni tanto dolorosi, castiga, ascolta le colpe e costringe a confessare le colpe commesse tra i vivi che qualcuno, lieto dell'inutile frode, rimandò di espiare oltre la morte lontana. Subito dopo la vendicatrice Tisifone armata di un flagello sferza oltraggiando i colpevoli e agitando minacciosa i contorti serpenti con la sinistra chiama la crudele schiera delle sorelle. Allora finalmente si aprono le porte maledette stridendo con orribile suono sul cardine. Vedi quale custode siede nel vestibolo? Quale figura è a guardia delle porte? Più crudele di questa l'Idra immane con cinquanta nere bocche spalancate ha qui dentro la sua sede. Poi il Tartaro stesso si apre come un precipizio e si stende sotto l'oscurità per due volte tanto quanto la vista del cielo si estende fino all'etereo Olimpo. Qui l'antica prole della Terra, la gioventù dei Titani abbattuti dal fulmine, si voltola nel basso profondo. 
[...] Qui si trovano coloro che vendettero la patria, odiarono i fratelli mentre durava la vita o percossero il padre o ordirono qualche frode a un protetto o coloro che da soli guardarono ammassate ricchezze e non le divisero coi loro parenti (questa è la folla più grande), e quelli che furono uccisi per adulterio o seguirono empie armi o non esitarono a tradire il giuramento fatto ai padroni: rinchiusi qui aspettano la pena. Non chiedere di sapere quale pena o quale tipo di scelleratezza o destino abbia sommerso questi uomini. Alcuni rotolano un sasso immenso e pendono legati ai raggi delle ruote." 
- A destra si trova la reggia di Dite, le cui mura sono state costruite dai Ciclopi. Dopo aver offerto il ramo d'oro a Proserpina, Enea può proseguire. 
Eliso"Qui un cielo più ampio avvolge in una luce purpurea i campi che hanno un sole proprio e proprie stelle. Parte esercitano le membra in palestre erbose, gareggiano nel gioco e lottano sulla fulva arena; parte ritmano danze coi piedi e recitano versi. A terra stanno piantate le lance e cavalli senza briglia pascolano qua e là per il campo. A destra e a sinistra ne vede altri che banchettano sull'erba e cantano in coro un lieto peana in mezzo a un odoroso bosco di alloro, dal quale scorre abbondante il fiume Eridano (il Po), arrivando fin sulla terra." 
Nell'Eliso ci sono eroi di guerra, casti sacerdoti, veggenti, artisti, persone meritevoli. Tutti hanno una fascia bianca sulle tempie. Non hanno una dimora fissa, ma gironzolano in giro per i prati, occupandosi delle loro attività preferite. 
- I Campi Elisi sono attraversati anche dal fiume Lete, situato in una valle appartata in un bosco isolato. Lì si riuniscono molte anime per bere l'acqua della dimenticanza e reincarnarsi sulla terra in un nuovo corpo. 
Anchise spiega ad Enea la teoria della metempsicosi
"Innanzitutto uno spirito vivifica dentro il cielo e le terre e le liquide distese e il globo luminoso della luna e l'astro Titanio (il Sole) e un'anima diffusa per tutte le parti del mondo muove la massa terrestre e si mescola al grande corpo. Di qui ha origine la stirpe degli uomini e degli animali e le vite degli uccelli e i mostri che il mare produce sotto la distesa marmorea delle acque. Questi semi (ogni essere vivente è un seme, cioè una particella staccata dall'essere universale) hanno un'energia ignea e un'origine celeste finché corpi nocivi non li rendono lenti e non li rendono ottusi gli organi terreni e le membra mortali. Per questo temono e bramano, si dolgono e godono e, chiuse le anime dalle tenebre e nell'oscuro carcere corporeo, non scorgono il cielo. Anzi, quando la vita nell'estremo giorno le ha lasciate, ogni male e tutte le malattie del corpo non si allontanano completamente dalle meschine anime, ma è destino che molti vizi, a lungo induritisi, attecchiscano profondamente in strani modi. Per questo sono gravate dalle pene e pagano le pene di antiche colpe. Alcune sospese sono distese ai venti leggeri, per altre il delitto commesso è lavato sotto un vasto gorgo ed è bruciato dal fuoco; ognuno soffre i suoi Mani; in seguito siamo mandati nel vasto Eliso e pochi occupiamo i lieti campi, finché un lungo giorno, compiuto il grande ciclo del tempo, cancella la macchia contratta e lascia puro lo spirito celeste e il fuoco della luce purificata. Tutte queste anime, quando per mille anni avrà finito di girare la ruota, il dio chiama al fiume Letè in grande schiera, s'intende affinché immemori rivedano le volte celesti e comincino a desiderare di voler tornare di nuovo nei corpi." 
Le anime dell'Elisio sono in grado di prevedere il futuro e sapere in chi si reincarneranno tutti. 
- Ai confini dell'Elisio, per uscire dagli Inferi, ci sono le due porte del Sonno: la porta fatta di corno è riservata alle vere ombre dei morti, per permettere loro di manifestarsi ai propri cari e tramettere sogni veritieri; l'altra porta è di candido avorio, destinata ai sogni fallaci e ai corpi viventi. 

mercoledì 28 marzo 2012

Dracula


Dracula compare per la prima volta nel romanzo di Bram Stoker (1897). La storia inizia quando il giovane avvocato Jonathan Harker si reca nel castello del vampiro per fargli firmare dei documenti per l'acquisto di alcune proprietà a Londra. Il conte sembra, inizialmente affabile e cortese, ma presto la sua ospitalità si fa soffocante, al punto che Harker fa molta fatica a uscire (vivo) dal castello.
Nel frattempo il conte si imbarca alla volta di Londra e nel corso del viaggio, uccide tutti i membri dell'equipaggio meno il capitano (protetto da un crocifisso, ma che , comunque muore di stenti durante il viaggio).  A Londra tra le prime vittime c'è Lucy Westenra, che il conte visita ogni notte per nutrirsi del suo sangue.  






Nemmeno l'intervento del dottor Abraham Van Helsing riesce a salvare la vita di Lucy, che muore per poi risorgere come vampira e venire definitivamente uccisa dal marito Arthur Holmwood.
Scomparsa Lucy, Dracula si concentrerà questa volta sull'amica di lei Mina Harker, moglie del dottor Jonathan Seward. Ma stavolta Van Helsing, Harker, Holmwood, il dottor Seward e il loro amico Quincey P. Morris, sono decisi a combatterlo.
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Al cinema è stato intepretato da:

Christopher Lee (Saruman il Conte Dooku in Star Wars) ha interpretato Dracula 16 volte
Bela Lugosi è stato il 1° al cinema  -  Klaus Kinski
Lon Chaney, Jr.  -   Frank Langella  -  Edmund Purdom
Gary Oldman  -  Gerard Butler -  Richard Roxburgh



Ciclo di Dracula  di Terence Fisher  e degli altri registi della Hammer Film Productions












Horror of Dracula  (1958) - Christopher Lee come Dracula, Peter Cushing come Van Helsing
The Brides of Dracula (1960) - David Peel come il Barone Meinster, discepolo di Dracula, Peter Cushing come Van Helsing
Dracula: Prince of Darkness (1966) - Christopher Lee come Dracula
Dracula Has Risen from the Grave (1968) - Christopher Lee come Dracula
Taste the Blood of Dracula - Christopher Lee come Dracula
Scars of Dracula (1970) - Christopher Lee come Dracula
Dracula AD 1972 - Christopher Lee come Dracula, Peter Cushing come Van Helsing
The Satanic Rites of Dracula (1973) - Christopher Lee come Dracula, Peter Cushing come Van Helsing
The Legend of the 7 Golden Vampires (1974) - John Forbes-Robertson come Dracula, Peter Cushing come Van Helsing






mercoledì 15 febbraio 2012

Dicuno dicuno in giro...


Il pifferaio di Hamelin è una fiaba tradizionale tedesca, trascritta, fra gli altri, fratelli Grimm. Si ritiene che essa sia stata ispirata da un evento tragico realmente accaduto nella città tedesca di  Hameln  in Bassa Sassonia, nel XIII secolo.
Per saperne di più sulle origini della fiaba del pifferaio, basta cercare su Wikipedia. Riguardo alla fiaba in generale e alla differenza tra favola e fiaba, su Wikipedia c'è anche troppo; è molto meglio studiare sul libro. 














  • Il Pifferaio Magico
    Ratti della Sabina

  • Ne lu paese, lu paese de lu monte ci sta la piaga
  • de li sorci e fra la gente lu panicu lestu lestu se diffonne
  • e ognunu se nasconne pe scampa' a la peste.
  • Nun ci sta rifugiu nun ci sta abitazione
  • che tenga a lu sicuru le persone,
  • nun ci sta rimedio nun ci sta soluzione
  • pe sarva' lu paese da l'invasione
  • de li ratti,li ratti.
  • Come faremo pe' caccia li ratti, li ratti, come faremo?
  • Dicunu, dicunu 'ngiru che ci sta nu' mezzu mattu
  • che quannu sona lu pifferu gnisciun rattu
  • po resiste, po resiste a la tentazione
  • de daje retta e d'ubbedije,
  • basta che lui 'ntona na canzone!
  • Allora ecco trovati rimediu e soluzione,
  • se 'ncarichi u borgumastru de convoca'
  • lu tiziu 'n questione,
  • che poi se veramente è pure mezzo deficiente,
  • dopu, lu freghemu bene e pe pagallu nun je demu gnente,
  • pure se caccerà li ratti,li ratti,da lu paese.
  • Lui ce caccera li ratti,li ratti e ce sarvera!
  • Arriva,arriva, ecculu qua,
  • arriva arriva lascietelu passa',
  • lasciete che 'mpugni lu strumentu e che se metta a sona'!
  • Chi lo sa se pe' un curiosu sortilegio
  • o pe l'effettu de quarche magia strana,
  • fattu sta che li ratti seguirono u pifferaiu
  • silenziosi e tutti quanti in fila indiana,
  • finu a 'na rupe sopra 'nu colle
  • e se buttarunu a capu nne'jo'.
  • A questu puntu l'abitanti de lu paese
  • doeano corrisponneje le spese
  • ma come già era nell'intenzione
  • je disseru nun ce tenemu gnente pe' potette pagare!
  • Tantu poi chiede a cchi tte pare,
  • la risposta sarà a stessa,
  • perciò è inutile che venghi a batte cassa
  • pure se c'hai liberatu da li ratti,li ratti da lu paese
  • c'hai cacciato via tutti li ratti e ch'hai ridatu a libbertà!
  • Senza scomponese minimamente,
  • lu pifferaiu riprese lu strumentu 'ntonnannu nuovamente
  • 'na musica tra la gente e stavorta
  • a seguillu nun furono i roditori ma tutti li monelli,
  • sotto gli sguardi 'mpietriti ed impotenti de li genitori.
  • E dda llu giornu ce so stati solamente giorni tristi
  • perche doppu quell'eventu piu gnisciun l'ha rivisti
  • ma a me me piace de pensare che da quell'ipocrisia,
  • lu pifferaiu 'ngannatu l'ha vuluti porta' via
  • e mo se stannu a gode a vita in quarche posto mijore,
  • lontanu da lu paese de lu monte dove pure se ce passi
  • au giornu d'oggi tutta a gente se recorda d'a canzone
  • che fece spari li ratti, li ratti, da lu paese
  • fece spari' via tutti li ratti,li ratti,
  • da lu paese
  • fece spari' via tutti li ratti,li ratti,
  • ma pure li monelli.
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