Questi sono i testi dei sonetti tratti dal Bestiario Moralizzato di Gubbio che abbiamo visionato in classe e che avete iniziato ad analizzare. Il termine di consegna è della vostra analisi è la prossima lezione di letteratura Italiane di sabato. Buon lavoro.
Vi ricordo che i bestiari, nel medioevo erano libri "scientifici" nei quali si raccoglievano brevi descrizioni di animali (ma anche erbe e pietre), spesso senza alcuna distinzione tra animali reali ed immaginari. Alla parte scientifica si accompagnavano spiegazioni teologiche che illustravano ai lettori quale fosse l'insegnamento morale che Dio aveva voluto "aggiungere" all'atto della creazione dell'animale. (Gli uomini del Medioevo non avevano nessun dubbio che l'Universo era stato creato in funzione dell'Uomo e della sua Salvezza, per cui erano allenati a riconoscere le tracce del Disegno Divino in ogni creatura dell'Universo. Per esempio, il pellicano, che si riteneva desse da mangiare ai piccoli la carne del proprio petto, è segno in terra di Cristo-Eucarestia)
Il primo di questi testi è il Physiologus (il fisiologo, cioè lo studioso della natura), scritto in greco intorno al IV secolo e presto tradotto anche in latino, arricchito e rielaborato. Il Bestiario moralizzato di Gubbio è una "traduzione" popolare in antico volgare del Fisiologo, come dimostra la scelta della lingua volgare e la forma del sonetto.
Vi ricordo, in conclusione, che il fine di questo come di altri testi affini era l'interpretazione degli animali e delle loro caratteristiche in chiave simbolica e religiosa, per cui l'autore non si è fatto scrupolo di scrivere, nella parte scientifica, vere e proprie panzane (come quella del pellicano!) pur di trasmettere il senso morale
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